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Sebbene il numero totale delle morti sul lavoro abbia, nell’anno 2021, registrato un leggero calo rispetto all’anno precedente, il numero di questi decessi e, in generali, degli infortuni che accadono sul luogo di lavoro o in itinere, è sempre troppo alto e inaccettabile da un punto di vista organizzativo, di sicurezza sul lavoro e, soprattutto, umano. Ragionando con macro dati, le denunce di infortunio sul lavoro nell’anno 2021 sono state 555.236, registrando un aumento dello 0,2% rispetto al 2020 e in generale una flessione quelle con esito mortale (- 3,9%). Controtendenza invece le denunce di malattie professionale, che hanno registrato un aumento del 22,8%. I dati pubblicati al 31 gennaio 2022 da INAIL devono essere considerati ancora provvisori: l’emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus ha infatti fortemente condizionato l’andamento infortunistico degli anni 2020/2021, in particolar modo l’anno 2021 risente del mancato conteggio di un rilevante numero di denunce tardive da contagio COVID-19, in particolar modo quelle mortali.

Tutto ciò però non deve distogliere l’attenzione dal dato maggiormente evidente: in Italia accadono ancora troppi incidenti sul lavoro, soprattutto mortali: nel 2021 più di 3 persone sono morte ogni giorno nell’esercizio della propria attività lavorativa. Inoltre il significativo aumento delle denunce di malattie professionali, contratte nell’esercizio e a causa di lavorazioni rischiose, indica un aumento della carenza di attenzione nei confronti della sicurezza nell’ambiente di lavoro.

Le cause sono molteplici: aumento della pressione dei ritmi di lavoro legato a scarsa organizzazione interna ed esterna, con conseguente aumento del livello di stress e possibilità di commettere errori; ritardi nella manutenzione di macchinari e mezzi; scarsa attenzione alla formazione dei lavoratori in ambito di sicurezza; ricorso a lavoratori con bassa specializzazione e, conseguentemente, meno costosi, oppure a lavoratori extracomunitari con evidenti problematiche legate alla comunicazione; scorretto utilizzo di apparecchiature elettroniche con connessioni Internet alla guida di mezzi o durante l’utilizzo di macchinari…

Una migliore, più strutturata ed efficace azione formativa dei lavoratori di ogni livello può, nella maggioranza dei casi, mettere al riparo la sicurezza della persona e dell’azienda, oltre a creare le condizioni per un miglioramento della produttività.

Le aziende che aderiscono a Fondi Interprofessionali possono finanziare la formazione del proprio personale accedendo ai fondi introdotti dalla legge 388/2000, e avere l’opportunità di formare i propri dipendenti semplicemente destinando alcuni contributi, già conteggiati in busta paga, senza dover aggiungere nessun altro onere.

Lo staff di S5 Srl è a Vostra disposizione per un’analisi dei bisogni formativi e delle risorse che le Aziende aderenti a Fondi Professionali hanno a disposizione, per la pianificazione di interventi formativi mirati che possano attingere agli accantonamenti già esistenti. Non esitate a contattarci per ogni informazione!